La pista di atletica italiana dietro ai record di Tokyo 2020

Dai 10’’60 della giamaicana Elaine Thompson-Herah ai 9’’80 dell’italiano Marcell Jacobs, c’è un “segreto” dietro agli strepitosi risultati fatti registrare dagli atleti impegnati nelle gare di atletica leggera ai Giochi…

Pista atletica Tokyo 2020

Dai 10’’60 della giamaicana Elaine Thompson-Herah ai 9’’80 dell’italiano Marcell Jacobs, c’è un “segreto” dietro agli strepitosi risultati fatti registrare dagli atleti impegnati nelle gare di atletica leggera ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

Lo ha svelato il New York Times, spiegando che tra l’entusiasmo dei corridori impegnati nelle sfide della rassegna olimpica, si è celato quello di Andrea Vallauri, manager internazionale di Mondo, società tutta italiana fornitrice della pista per le gare e – per gli appassionati di calcio sulla spiaggia – del celebre pallone “Super Santos”.

Da venerdì – spiega il NYT –, il primo giorno della gara di atletica leggera, i record e i migliori risultati personali sono crollati. Manche dopo manche, il tabellone luminoso ha mostrato via via tempi sempre più incredibili da parte degli atleti impegnati nelle sfide.

Sei donne hanno corso sotto gli 11 secondi nella finale dei 100 femminili, inclusa Shericka Jackson, il cui 10”76 è stato il terzo posto più veloce di sempre alle Olimpiadi. Un merito che sarebbe da attribuire anche alla pista d’atletica: «È nuovo per Tokyo. Avevamo l’ambizione speciale di inventare qualcosa di diverso», ha raccontato Valluari al NYT.

L’azienda italiana Mondo, che fino ad ora ha progettato 12 piste olimpiche, ha trascorso quasi tre anni a ideare la superficie in uso ai Giochi attuali: testare diverse versioni, reperire i materiali, sperimentare diversi tipi di gomma. Lungo la strada, Mondo ha chiesto agli atleti le loro preferenze, per andare loro incontro il più possibile.

Le risposte che l’azienda ha ricevuto, ha detto Vallauri, sono state unanimi. «Il feedback degli atleti è stato lo stesso. Questo». Forti di questo feedback, i designer dello stabilimento della Mondo ad Alba, vicino a Torino, hanno sperimentato diversi tipi di gomma prima di incorporare granuli tridimensionali nel loro progetto finale. La superficie che ne è nata, secondo Vallauri, consente l’assorbimento degli urti e un ritorno di energia «come un trampolino».

Un effetto confermato anche dagli stessi atleti. Oltretutto, spiega ancora il New York Times, in uno sport con problemi ricorrenti di doping, le prestazioni eccezionali possono essere sospette. Ma Vallauri e gli atleti spiegano che la pista “rimbalzante”, come molti l’hanno descritta, sta giocando un ruolo decisivo (insieme alle scarpe ad alte prestazioni e persino all’aria calda dell’estate).

Vallauri ha affermato addirittura di aspettarsi che la pista da 1,5 milioni di dollari offra un vantaggio fino al 2% ai concorrenti. Quando i record vengono battuti per centesimi di secondo, proprio questa percentuale potrebbe fare la differenza.

Infatti, più della metà dei record mondiali degli ultimi 20 anni è stata stabilita su piste progettate dall’azienda italiana, ha affermato la società. E le performance della pista sono state apprezzate dai saltatori. Dal brasiliano Samory Fraga (salto in lungo), alla venezuelana Yulimar Rojas (salto triplo) in tanti hanno confermato la bontà del tracciato.

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Gli sviluppi nella tecnologia per la realizzazione delle piste, come i progressi nel design delle scarpe, hanno sollevato dubbi su quanta assistenza dovrebbe essere consentita agli atleti e se fosse giusto che i record stabiliti in condizioni diverse siano ora a rischio.

Per mitigare alcuni di questi vantaggi, l’organo di governo dell’atletica leggera, World Athletics, ha stabilito limiti per le piste simili a quelle esistenti per le scarpe, compresi i limiti sulla gamma di assorbimento degli urti, ritorno di energia e spessore.

Per Vallauri, però, la missione è semplice: fornire una superficie su cui gli atleti olimpici possano performare al massimo, qualunque sia la loro disciplina, qualunque sia il loro status, tanto da paragonare la pista alle gomme delle auto di Formula 1: «Se la gomma è la stessa per tutte le auto, allora è giusto», ha detto.